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Cosa Sarà

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  • 30 dic 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 6 gen 2021


Stai cercando un film che ti faccia piangere ma anche ridere?
Ho il film che fa al caso tuo: Cosa sarà (2020) di Francesco Bruni.





Bruno Salvati (Kim Rossi Stuart) è un regista di commedie che non fanno ridere quasi sconosciuto.
Si è separato dalla moglie Anna (Lorenza Indovina). Facendo dei controlli dopo essersi sbattuto la porta in faccia, scopre essere affetto da leucemia.
L’unico modo per vivere è un trapianto di cellule staminali. Inizia così il suo percorso ospedaliero, guidato da una competente e determinata dottoressa (Raffaella Lebboroni) che lo aiuterà nella ricerca di un donatore da cercarsi in primis in ambito famigliare.
Inizia la ricerca dopo la scoperta di un segreto famigliare aiutato adi figli Adele(Fotinì Peluso) e Tito, (Tancredi Galli) e al padre Umberto( Giuseppe Pambieri) di una persona che può salvarlo.
Questo percorso lo porterà anche ad auto analizzarsi e a rivedere il suo rapporto con i famigliari





Secondo film autobiografico del regista (il primo tutto quello che vuoi trattava dell’Alzheimer che aveva colpito suo padre), ma questa volta più personale tante che  Bruni (il regista) soffre di questa stessa malattia e porta sul grande schermo una storia sensibile e tormentosa.
Come in quest’ultimo film e come in tanti altri film del Bruni, la famiglia è il fulcro attorno a cui ruota il film.
Probabilmente per questo motivo Bruni ha deciso di girarlo nella sua città natale, Livorno, per narrarne almeno una parte.
È un film che fa ridere ma anche piangere, a volte anche contemporaneamente o a distanza di pochissimi minuti ed è questa una delle caratteristiche più belle dei vari film di Bruni (Noi 4, Scialla, Tutto quello che vuoi e Cosa sarà)

Risulta così una commedia che riesce a far ridere anche su temi molto delicati, drammatica e realistica, dinamica e poetica che oltre a parlare di morte attraverso i silenzi, gli sguardi e le bugie dei personaggi desidera parlare soprattutto della bellezza e della forza della vita e dei ricordi.
 
Il Soggetto e la sceneggiatura sono di Bruni e la seconda vede la collaborazione di Kim Rossi Stuart e grazie ad essi e alla regia e alla fotografia entriamo nella testa di Bruno, ne percepiamo la fragilità, le difficoltà, i dubbi, il pessimismo ,la rabbia (come nella frase “e io col cazzo che muoio”), la paura di non farcela e ci mostra anche come la malattia può essere una rinascita e un motivo per cambiare ciò che non ci piace di noi stessi.




Ogni attore porta un pezzo di sé riuscendo ad emozionare il pubblico maggiormente.
Kim Rossi Stuart è persuasivo nelle parti più drammatiche ma meno incisivo nelle parti umoristiche , riuscendo comunque a  farti ridere quando ride lui o a farti piangere quando prova dolore e sconforto ed incollando lo spettatore allo schermo senza farli venire la minima tentazione di usare la scatola nera dello smartphone che viene adoperato sempre più frequentemente di questi tempi.
Il punto di forza dei film di Bruni è far leva sulle debolezze in un mondo in cui è richiesto di essere forti, in cui piangere e sfogarsi fa male ed è sbagliato e che essere sensibile è il più grande difetto che ci possa essere al mondo e non ti porterà da nessuna parte e dove sempre più persone pensano al proprio orticello e disprezzano quello del vicino.


Bruno Salvati è un personaggio che non è il padre che sogna di essere, un uomo fragile, che non maschera quando ha paura e che attraverso la leucemia trova il coraggio di eliminare un’immagine di sé dove non si riconosce più e comincia ad usare l’ascolto attivo nei confronti dei suoi cari.
Il personaggio di Raffaella protettivo cosi come lo è stato da insegnante, in Scialla; da zia in Noi 4; quando fece capire ad Alessandro (Andrea Carpenzano) quanto essere altruisti e prendersi cura di chi ti circonda sia fondamentale in Tutto quello che vuoi; e per Bruno in Cosa sarà, rendendolo consapevole che si può affrontare la malattia anche con il sorriso e sdrammatizzando la situazione.
Il cast è un cast d’eccezione oltre a Kim ci sono la bravissime Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Raffaella Lebboroni e Fotinì Peluso.
Personaggio molto interessante è quello di Tito interpretato da Tancredi Galli figlio adolescente di Bruno, spaventato oltre che dalla malattia del padre anche della vita stessa, di non saperla affrontare e di non esserne all’altezza, come se ogni giornata fosse un rivivere quel viaggio sul trenino degli orrori in cui da bambino comprese che anche non essendo da soli ci si può sentire tali e avere molta paura.


Scelte meravigliose sono i brani della colonna sonora: Perfect day usata nella rasatura di Bruno e I Will survive.
Nella scena dove Bruno cammina sul parapetto di un balcone, che per me rappresenta il filo sottile tra morte e vita, tra bene e male, tra certezza e incertezze e anche quello di Bruni di non cadere mai nel troppo umoristico o nel troppo drammatico.
Un'altra scena importantissima è lo sfogo di una figlia che diventa il modo in cui per la prima volta lei riesce a tirar fuori la sua fragilità e la voglia di poter capricciosa, egoista, inaffidabile, per poter essere liberata da questa responsabilità che la schiaccia.
Il quarto lavoro registico di Francesco Bruni è un lungo dialogo con la morte, e quando giunge alla fine non siamo né avviliti ne tristi, ma sorridiamo consapevoli che sia andato tutto per il meglio.
Bruni conferma anche con questo film di essere uno dei capisaldi della regia e sceneggiatura italiana moderna perché, come viene detto da Bruno in isolamento mentre è ricoverato «fa bene piangere un po’». Per ricordaci quanto è bello tornare finalmente a ridere.
In conclusione citerei una bellissima frase del pianista, compositore e scrittore Giovanni Allevi che deve essere da monito per tutti noi :” L’emozione è il linguaggio attraverso cui si comunica con sincerità, mettendosi a nudo, senza timore di mostrarsi fragili e indifesi, perché la fragilità è la nostra forza, in un mondo trascinato dalla ragione verso la competizione estrema.”


Curiosità:
la scena di Bruno è stata girata legato a una corda di sicurezza e quel giorno li pioveva
il film è stato girato cinque settimane a Roma e una a Livorno
è il 29esimo film dove recita Kim rossi stuart
si sarebbe dovuta chiamare“Andrà tutto bene”, ma dopo il lockdown, il regista e i produttori hanno deciso di cambiare il titolo.
L’attore che fa Tito è Tancredi Galli, famoso tik toker italiano.
Presente un cameo dello stesso regista in una scena in ospedale.
Presente la figlia di Bruni come tirocinante della dottoressa (che è la moglie del regista della vita reale, Raffaella Lebboroni)





voto:10/10
canzone:Lucemia-eliachesuona
Martina Spangher 


lo puoi trovare su: Apple TV, Chili, Google play; Rakuten, Iorestoinsala; mio cinema, Timvision, Infinity e DVD fisico 




 
 
 

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